Risponde ad alcune domande e fornisce autorevoli e preziose indicazioni.
Prof. Celleno, il sole è proprio così dannoso per la pelle?
Sole e pelle vivono un rapporto di amore/odio. Ma possono riuscire a vivere in un delicato ed indispensabile equilibrio. Nonostante i possibili danni che il sole causa incessantemente alla struttura cutanea ed ai suoi annessi, è percepito (soprattutto nei paesi mediterranei, Italia per primo!) come gradevole compagno di vita, relax e serenità.
Questa condizione è riscontrabile non solo a livello psicologico, ma perfino biologico. Basta pensare all’importanza della sintesi della vitamina D che dipende proprio dall’esposizione solare. Questa Vitamina infatti, necessario cofattore per il corretto metabolismo del Calcio, riesce ad essere sintetizzata dall’organismo, solo quando la pelle è stimolata dalla radiazione ultravioletta. Questo è particolarmente importante in alcuni periodi della vita della donna come nell’età post menopausa e nella terza età di entrambi i sessi quando il sistema scheletrico risente da un lato dell’assenza di estrogeni nella donna e nell’anziano dell’impoverimento del tono calcico.
D’altro canto, come ripetuto da molti anni dalla classe dermatologica (anche se poco ascoltata) la radiazione solare ha enormi potenzialità nel danneggiare seriamente la pelle e di provocare l’insorgenza di lesioni tumorali talora molto gravi.
È dunque indispensabile trovare un equilibrio fra benefici e rischi e questo lo si ottiene se si provvede ad una corretta e costante foto-protezione, ovvero ricordare tutti i giorni (d’inverno e d’estate, al mare, in pianura o in montagna) di applicare sulla superficie cutanea l’unico strumento che consentirà di limitare i danni: il prodotto di protezione solare, possibilmente scelto in base al proprio fototipo.
Cosa si intende per fototipo?
Uno dei primi accorgimenti da tenere presente per prepararsi all’esposizione solare, è di riuscire ad individuare il proprio fototipo. Questo ci indica, partendo dal colore della pelle, degli occhi e dei capelli, come tende a reagire la nostra pelle quando esposta al sole e come si abbronzerà. La dermatologia è solita suddividere la pelle in sei differenti fototipi (secondo la classificazione di Fitzpatrick).
Sarebbe sempre opportuno provvedere ad una prima visita dermatologica per consentire al medico specialista di scoprire le caratteristiche cutanee individuali e con l'occasione di determinare il fototipo del paziente.
Qual è la differenza tra fotoallergia e fototossicità?
Sono due fenomeni diversi per i processi che li causano: il primo, la fotoallergia, è una vera e propria risposta immunitaria causata da una sostanza che posta sulla pelle viene modificata dalla luce e si trasforma in un allergene causando la reazione. La fototossicità ha in comune con la fotoallergia solo il fatto che la luce trasforma una sostanza ma, questa volta, la rende una sostanza chimica irritante, appunto tossica. Quello che invece i due processi hanno in comune è che lasciano cicatrici e macchie scure sulla pelle.
Cosa fare quando l’esposizione solare determina gravi problemi alla pelle?
La prima cosa da fare è consultare il dermatologo che saprà istituire le terapie necessarie. Bisogna poi capire che è tempo di limitare la fotoesposizione e che bisogna adottare un comportamento più responsabile. Usare sempre una valida fotoprotezione anche quotidianamente e d’estate evitare anche con la fotoprotezione di “prendere” per ore il sole: la nostra pelle ne ha avuto ormai abbastanza.
Come comportarsi al sole nel periodo della gravidanza?
La gravidanza è un periodo rischioso per la pelle sotto il sole perché gli estrogeni, presenti in elevate concentrazioni nel sangue in questo periodo, stimolano i melanociti a produrre più melanina che finisce per l’accumularsi nella pelle. Questi accumuli di pigmento causano macchie brune che possono interessare tutto il viso e la melanina in eccesso finisce per annidarsi profondamente nella pelle, rendendo davvero difficile “schiarire” le macchie che si sono formate.
Quali verifiche svolge AIDECO sui prodotti cui fornisce la sua approvazione?
E’ un percorso non breve che inizia dallo studio del prodotto stesso o dell’oggetto per cui è richiesta la nostra approvazione. Questi devono essere conformi alle normative vigenti e devono essere realizzati secondo i principi scientifici della moderna cosmetologia. Vanno poi valutati i documenti di sicurezza ed efficacia (dossier, PIF) che accompagnano i prodotti, per verificare se questi sono stati adeguatamente studiati per garantire la sicurezza d’impiego per il consumatore e se i claims (la descrizione delle azioni) vantati dai prodotti trovano adeguato riscontro negli studi condotti; questi devono inoltre essere realizzati secondo i principi condivisi dalla comunità scientifica internazionale. Infine si prendono in esame anche le comunicazioni pubblicitarie che verranno realizzate per il prodotto, per evitare che si producano messaggi impropri non rispondenti alle linee guida esistenti e promulgate dalla commissione europea e che trovano riscontro nella legislazione italiana.